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FUORI delle RIGHE

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amore e potere - Mc 10,35-45

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


Voi non sapete quello che chiedete

Il potere ha mille facce e si insinua nell'uomo e tra gli uomini in forme diverse: dall'amicizia alla concorrenza. Sembra che sia proprio questa una delle molle del progresso sociale per la competizione che crea. Se questo è vero nella società umana, al contrario non dovrebbe essere vero nella Comunità ecclesiale. Tutta la Scrittura ed il Vangelo in particolare è la storia di "perdenti". A iniziare dai Patriarchi che non vedono la concretizzazione delle Promesse, per arrivare alla schiavitù egiziana, la deportazione babilonese ... il popolo ebraico continuerà ad essere tale finché potrà affermare "mio padre era un arameo errante" (Dt 26,5-10). Il Battesimo di cui sta parlando Gesù è la sua umiliazione e l'espulsione dal genere umano con la condanna a morte. Fin dalla nascita, avvenuta nella emarginazione, ha escluso e rifiutato tutti i principi e gli apparati del potere.


Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono.

La cronaca di ogni tempo è la storia del potere dell'uomo sull'uomo, le leggi hanno proprio lo scopo di limitare questa aggressività degli uni sugli altri per la prevalenza, e vediamo quanto sia difficile ed a volte inutili i dibattiti nei parlamenti per fare le leggi e trovare un equilibrio tra poteri diversi. E quanta energia è necessaria, senza grande successo, perché le leggi emanate con fatica siano osservate, e quanto inutile impegno per condannare chi trasgredisce. Sotto i nostri occhi è la triste realtà che, nei fatti, l'uomo è nemico dell'uomo.

A questo uomo Gesù propone un atteggiamento libero in se stesso e da qualsiasi ritorno, gratuito, non subordinato a nessuna utilità, festivo nel suo compiersi.


Tra voi però non è così

L'uomo non può essere nemico dell'uomo (come dicevano i latini: Homo homini lupus). Tra i cristiani - tra voi - l'uomo è amico dell'uomo, talmente amico che è necessario mettersi ai suoi piedi per servirlo, diventando addirittura schiavo dell'amore. Così Gesù è entrato nella storia degli uomini, cacciando dalla sua vita ogni traccia di potere: «Vattene, Satana!» (Cfr. Mt 4,1-11). Ha abbracciato il mistero della croce, eretta dal potere dell'epoca pensando di fare cosa gradita al popolo e a Dio ma soprattutto a dimostrazione di se stessi. Gesù ha dato la vita perché ha vissuto la pienezza dell'amore. La croce, al di là di ogni poesia, rappresenta il Fallimento; nella logica del potere il fallimento è un fatto negativo, nella logica dell'amore i fallimenti umani ci raccontano che "la carità non avrà mai fine" (1Cor 13,8) e rimane esigenza profonda di ogni discepolo di Cristo.